23.10.2020
News Article

Moda a tutto digital.

L’innovazione virtuale, accelerata dall’attuale momento storico, continuerà a plasmare il futuro del fashion. Pertanto, i brand del Made in Italy (e non solo) sono chiamati a offrire ai clienti esperienze sempre più omnichannel.
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Il futuro della moda passa per il digitale, ora più che mai. Fashion week, eventi e fiere di settore, vendite, showroom: tutto, o quasi, si sposta sul web e spinge i consumatori a muoversi costantemente tra online e offline. La prima edizione del Fashion&Luxury Digital Summit, promosso da Bain & Company in collaborazione con Google, ha evidenziato l’accelerazione che il Covid-19 ha impresso a questo trend, nonché l’impatto che esso avrà sul comparto nei prossimi anni. Stando a quanto emerso dal summit, è evidente che la dimensione virtuale continuerà a ricoprire un ruolo di primo piano nel settore moda.

Gli esperti di Bain e di Google hanno spiegato che la digitalizzazione servirà per supportare la ripresa in modo rapido ed efficace, oltre che per andare incontro alle rinnovate esigenze dei clienti. Nei mesi di lockdown la trasformazione digitale è stata fondamentale ed è divenuta, in modo definitivo, parte integrante della nuova normalità. Lo dimostrano i dati: da gennaio 2020 le ricerche online per i segmenti premium e luxury sono cresciute rispettivamente del 30% e del 22%. Pur non bastando a compensare il calo del retail, una parte dei ricavi offline sarà sostituita permanentemente dall’e-commerce.

Ma la sfida del digitale non implica per le aziende solo l’adozione di competenze tecniche, bensì una vera e propria trasformazione Culturale che porti con sé un ripensamento organizzativo e manageriale. Come evidenziato da alcuni dei dati della ricerca condotta da SDA Bocconi e presentata a settembre in anteprima a Stresa da Paolo Pasini nel corso “Act Digital Think Human” organizzato da BeSight, conoscenze e strumenti idonei sono fondamentali per preservare la competitività del Made in Italy. 

Unire le forze può fare la differenza. In quest’ottica, tra le ultime iniziative in ordine cronologico, si può ricordare la partnership tra Montenapoleone District e Deloitte. Gli associati delle vie Montenapoleone, Sant’Andrea, Verri, Santo Spirito, Gesù, Borgospesso e Bagutta possono usufruire di un servizio di monitoraggio del traffico all’interno del quadrilatero per analizzare i trend che caratterizzano il comportamento dei visitatori.  Dati come nazionalità dei visitatori, tempo di permanenza, numero e frequenza di ritorno diventano oggi fondamentali per mettere a punto nuove strategie di ripartenza del retail. Dall’analisi di Deloitte è infatti e merso che nel 2020 il numero di visitatori unici del distretto di Montenapoleone (3,4 milioni) ha registrato un calo complessivo del 57% se paragonato agli 8 milioni del 2019, nonostante alcuni segni di ripresa nella Fase 2 e a settembre.

Una partnership all’insegna del digitale è anche quella che è stata siglata a giugno tra Miroglio Fashion e Axerve, pensata per offrire al cliente metodi di pagamento innovativi e in grado di evitare occasioni di contatto: la soluzione Pay by link, dedicata a esercenti e catene retail che non dispongono di un e-commerce, permette al consumatore di pagare attraverso la scansione di un Qr code o attraverso un link, ricevuto via e-mail all’acquisto.

Del resto l’azienda di Alba non si è fatta cogliere impreparata. Già ad aprile, in pieno lockdown, Miroglio Fashion ha dedicato un’iniziativa digital alle clienti fidelizzate (circa 1,5 milioni) permettendo loro di immergersi nel mondo del social e-commerce. Ma non solo. Perché all’e-shopping il gruppo ha affiancato un processo di ottimizzazione delle attività retail al fine di rendere sempre più efficace la gestione delle operations tra sede e punti vendita. A questo scopo è stata introdotta Yoobic, una soluzione tecnologica che consente di velocizzare le comunicazioni operative tra il gruppo e i negozi. Poco dopo ha debuttato anche GoLive, un canale di live stream shopping per il brand Motivi che unisce retail, e-commerce e personal shopping.  

Il b2b si converte sempre più al virtuale, al punto che anche gli showroom sperimentano una dimensione completamente digitale e iper reale. Un esempio italiano? Il gruppo di Renzo Rosso Otb. A partire dalla campagna vendite primavera-estate 2021, le collezioni dei brand (Diesel, Maison Margiela e Marni, tra gli altri) saranno presentate ai buyer in virtuale grazie alla digitalizzazione con immagini, video e close-up. Senza dimenticare il ruolo dell’addetto alla vendita, che continuerà ad essere in primo piano e a guidare il processo di vendita grazie alla live chat.

Un approccio, dunque, sempre più consumer-centric per un futuro all’insegna di omnicanalità.  

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